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Visualizzazione dei post da 2010

Poggi t'an capes un caz

"Faccio la puntata di Natale da Pollini ed Edmeo Lugaresi è seduto sotto l'albero di natale e chiacchiera con il padrone di casa Pollini. Poi a un certo punto io faccio: ' Bene, parliamo un po' di calcio '. Lui a me: ' Sa vut scor ad palòn che t'an capess un caz. Ah? Siamo in onda? Scusate '. Uno spettacolo" (Luciano Poggi, Corriere Romagna 27.12)

Sandokan dalle parti di Rimini. A quando Yanez?

Agostino Iacobelli (mister Real Rimini): "Ho rivisto gli occhi della tigre" (Corriere 23.12, dopo Rimini-Jesina 1-0)

Scoop di Bucchioni: Benitez esonerato per il sudore

Ecco il giornalismo da schiena dritta e d'inchiesta che piace a noi. "Ammesso che interessi qualcuno, per prenderla larga noi avremmo esonerato Benitez tra il primo e il secondo tempo della Supercoppa europea persa con l'Atletico. Il galateo non ne parla, ma presentarsi fradici in mondovisione, con un asciugamani a due piazze tra le mani per tamponare l'abbondante sudorazione della fronte, non è un esercizio di bon ton. Benitez non ci è mai sembrato un allenatore da Inter: anche l'occhio vuole la sua parte dicevano una volta". (Enzo Bucchioni, Carlino 20.12)

L'Inter, Benitez, il Pd

"Un mio amico dice che l'Inter è peggio del Pd nell'arte di complicarsi la vita, ma non è del tutto vero perché l'Inter ogni tanto vince qualcosa, negli ultimi anni ha vinto molto e nel 2010 ha vinto tutto" (Gianni Mura, Repubblica 20.12)
Recapitata bara a Porcedda. Pare sia arrivata direttamente da Montecitorio, dopo l'ennesimo rinvio mortuario politico di Berlusconi.

E chi sono io Babbo Natale?

Vilmer Ferri (mister Cesenatico): "Noi in difesa come Babbo Natale" (La Voce 13.12, dopo Renato Curi - Cesenatico 4-0). Libero e stopper sono stati visti in slitta in giro per Cesenatico vestiti di rosso e barba bianca.

Rimini Rimini

Atletico Trivento-Real Rimini 5-0. Agostino Iacobelli (Real Rimini): "Siamo rimasti a Rimini" (Corriere 13.12). Già che c'eravate un salto alle primarie del Pd?

Sempre colpa di Balotelli

"Manicini in vetta col City, Balotelli partecipa all'impresa con un gol" (Carlino 12.12). Peccato non sia vero, a segnare al West Ham sono Yaya Tourè (doppietta) e Johnson.

Ficcadenti come Aleandro Baldi su Appiah

Appiah: 4. "Ficcadenti evidentemente crede ciecamente in lui, ma proprio non ci siamo. Se questo era il salto di qualità in nome del quale si è sacrificato De Feudis, nelle prime 15 giornate l'esperimento è fallito" (Fabio Benaglia, Corriere 06.12, dopo Cesena-Bologna)

"Troppo Britos per essere vero"

"Troppo Britos per essere vero" (La Voce 06.12)

Parolo, sei su Scherzi a parte

Cesena - Bologna 0-2. Uomo Sky è Marco Parolo. Ma Scherzi a parte non era su Mediaset?

Il sogno del segno

Giaccherini: "Se segno mi tuffo in curva" (Corriere 02.12). "Parolo: se segno ballo il Waka-waka" (La Voce 03.12). Tutto questo nel peggior attacco della serie A

Neanche Kierkegaard saprebbe rispondere

"Ha senso raccontare ai tifosi, per mesi, che l'Europa League è un obiettivo, quando poi si muore dalla voglia di liberarsene?" (Maurizio Crosetti, Repubblica 02.12)

C'è traffico in classifica

Vilmer Ferri (Cesenatico): "Usciamo da questa gara ancora più convinti che siamo sulla strada giusta, anzi sull'autostrada giusta" (Corriere 29.11). Piuttosto intasata vista la classifica (penultimo posto, 9 punti in 15 gare)

Non tutte le Juve sono uguali

Benalouane: "Lo voleva la Juve? Forse era la Juve Stabia" (Luca Serafini, Carlino 29.11)

Tra scarpini e solette

Rubati 28 paia di scarpini al Cesena. Strana coincidenza, nello stesso giorno rubati 28 paia di solette odoranti all'Iper Coop.

Scioperare? Meglio mandarli in fabbrica

"La media degli stipendi dei calciatori in A è di un milione di euro. Un professionista che guadagna mille volte di più della classe operaia non può pretendere di avere gli stessi diritti di un lavoratore che va in fabbrica tutti i giorni. Se è vero che lo fanno [lo sciopero] perché vogliono garantire i diritti dei calciatori di Serie C, allora che creino una mutualità e diano una parte dei loro sti­pendi ai colleghi più svantaggiati". (Luca Baraldi, Avvenire 25.11)

Prima di andare in stampa telefonate a Cellino e Zamparini

Cagliari-Bologna coppa Italia, Venerdì di Repubblica (19.11): foto nel giornale di Pierpaolo Bisoli. Peccato che sia stato esonerato.

In attesa dei doni di Babbo Natale

Oscar Farneti (Savignanese): “A Natale capiremo quale sarà il nostro campionato”. (Corriere Romagna 23.11)

Divergenze parallele

Post Cesena-Palermo 1-2: Ficcadenti: "Abbiamo sbgaliato molti gol, già il pari sarebbe stato stretto". Delio Rossi: "Vittoria meritata". (Carlino 22.11)

Tremate, Bogdani forza tre

La Voce di oggi: "Cesena: Bogdani ne fa tre" ... alla Sammaurese

L'Umberto Saba biancorosso

"Palla mia, palla tua... palla sempre loro" (Agostino Iacobelli, mister del Real Rimini, La Voce 17.11)

Pasticceria ai Ferri

Vilmer Ferri (Cesenatico): "Avevamo la torta sotto il naso ma alla fine ci siamo mangiati solo una pasta" (Carlino 15.11 dopo Cesenatico-Santarcangelo)

E lo chiamano attaccante

Bogdani: "Non tiro in porta da tre partite" (Corriere Romagna 14.11). E noi non ce ne eravamo accorti...

L'ha Juve ha pareggiato

"La Roma ha comandato il gioco con il suo palleggio, l'ha Juve l'ha scosso con le sue vorticose ripartenze". (Emanuele Gamba, La Repubblica 14.11)

Figlio mio, ascolta la tua mammina

"Visto che sono una tifosa viola, gli ho detto che se batte la mia squadra non gli faccio trovare la cena pronta" (Patrizia, mamma di Giaccherini)

Punti di svista diversi

Cesena - Lazio 1-0. "Il Cesena ha assolutamente meritato la vittoria" (Fabrizio Bocca, La Repubblica 11.11). "Una sconfitta neppure meritata per la Lazio" (Franco Fiocchini, Corriere della Sera 11.11)

Controversia albanese

Voto di Bogdani in Cesena - Lazio. Corriere Romagna: 5; La Voce: 5; La Repubblica: 5,5; Carlino: 6,5. Che partita hanno visto al Carlino?

Sei proprio un Pellegrino

Vigilia di Juventus-Cesena. Titolo del Corriere Romagna (05.11): "Pellegrino prepara lo sbarramento". Pellegrino: "La Juventus si ferma con l'unione e la compattezza". Una garanzia in difesa: causa il rigore, poco dopo si fa espellere.

Galliani suggestionato dai film di Rocky

Galliani dopo la rissa in allenamento tra Ibrahimovic e Onyewu: "Se si ha voglia di menare le mani è di buon auspicio. Temo di più gli allenamenti alla camomilla che quelli con atmosfere stile Ok Corral".

Le strade e le porte di Myers

Corriere Romagna di oggi. Prima pagina dello sport: "Crabs-Myers, strade divise". Titolo dell'articolo: "Myers, resta aperta una porticina". Non è che hanno sbagliato strade e porte...

Il fattore C di Parolo

Corriere Romagna (03.11): "Parolo triplica il fattore-C". La C sta per concreto, cattivo e cinico. Scusi, e il Culo?

I 3 del Rimini

Vigilia di Agnolese - Rimini. Titolo della Voce (31.10): "Rimini, servono rintocchi da tre punti". Peccato che invece siano arrivati solo 3 rigori contro!

Dario che partita hai visto?

Dario Di Gennaro: "Il Cesena si presenta con Lauro al posto dello squalificato Von Bergen" (90° Minuto, 31.10). Peccato che Lauro non fosse in campo.

Di Gb Fabbri non si butta via niente

"GB Fabbri, un precursore, non voleva che si buttasse via un pallone, nemmeno il rinvio del portiere, urlava imbezél xa butti sta bala! " (Edy Reya, Repubblica 29.10)

Cosa tiene in serbo Pistocchi

"Mi dispiace per Krasic che credevo fosse serio, invece è solamente serbo" (Maurizio Pistocchi a Mediaset Premium)

Le rimonte di Lauro

Franco Lauro a 90° Minuto: "Complimenti al Chievo che vince in rimonta sul Cesena". Ma che partita hai visto: in vantaggio c'è passato il Chievo!

Rimini viaggia in seconda

Carlino del 18 ottobre, inizio di due diversi articoli nella stessa pagina. “Seconda sconfitta stagionale per il Rimini…”. “La seconda vittoria consecutiva proietta il Real Rimini…”

Incubo Jimenez nei sogni di Serafini

Luca Serafini sul Carlino del 18 ottobre, post Cesena-Parma. 1) “Jimenez al debutto da titolare, ma ancora fuori da tutto”. 2) “Jimenez è apparso fuori da molte coordinate”. 3) “In queste condizioni per il Cesena è un lusso vietato”. 4) “il cileno fuori fase”. Jimenez ritorna a giocare come sapevi: fallo per noi e per Serafini.

Rai, che marcatura stretta...

“Il servizio di sicurezza è riuscito a bloccare un’irruzione sola: quella degli inviati Rai. In campo c’erano tutti: meno che loro” (Beppe Severgnini, Corsera, 14.10 , a proposito della gara Italia-Serbia)

Puntata fotocopia

Lunedì 4 ottobre a “Il Bianco e il nero”. Ospiti in studio: Idris, Lorenzo Mintoti, Fabio Benaglia, Cristian Dionigi… Lunedì 11 ottobre stessa trasmissione. Ospiti in studio: Idris, Lorenzo Mintoti, Fabio Benaglia, Cristian Dionigi… Sorry, era una replica.

Quel galeotto di Cesca

Sangiovannese - San Marino. Il centravanti Cesca fa una brutta entrata a un difensore della Sangiovannese. "Quello non è un fallo da espulsione ma da galera". (Franco Bonavita in "Il rigore del lunedì, 11 ottobre)

Cercasi elettricista a Cesena per riaccendere i riflettori

Villa Silvia Cesena. "Non ci sono più le troupe di mezza Europa a immortalare le gesta dei bianconeri, si fa fatica a fare numero per un marafone quando Massimo Ficcadenti si concede ai taccuini" (Daniele Zandoli, Carlino 9 ottobre)

Chissà perchè è finita 0-0

Attilio Bardi, mister del Forlì, dopo Santegidiese-Forlì: "Se non tiri in porta non puoi vincere" (Corriere, 4 ottobre). Guarda caso è finita 0-0

Colucci come il Berlusca

Ennesimo scambio di persona per Colucci. Dopo Nagatomo è stato scambiato per Silvio Berlusconi e quindi squalificato per bestemmia.

Nessuno? Ma se hanno più punti di te!

Cesenatico - Fossombrone 1-2. Tuona il presidente del Cesenatico Matteo Bagnolini: "Peggio di così non si può vedere, abbiamo giocato da squadra inesperta contro nessuno" (Corriere 04.10); "Abbiamo fatto diventare dei fenomeni dei giocatori che neanche in Promozione riuscirebbero a restare nelle parti alte della classifica" (La Voce 04.10). Una annotazione presidente: Fossombrone punti 7, Cesenatico 4.

Osta, Appiah s'è accorto di far ridere...

Appiah: "Sono ben consapevole che devo dare di più" (La Voce 4 ottobre). Per fortuna se n'è accorto anche lui. Dopo Udinese - Cesena, i suoi voti: Carlino 4,5; Corriere Romagna 4,5; La Voce 4,5; Repubblica 5.

Il ringhio di Franco

"Il San Marino in mezzo al campo ha bisogno di due cani che sappiano mordere gli avversari" (Franco Bonavita a "Il rigore del lunedì" 27 settembre 2010)

Meglio i grillini di Giac

La partita di Giaccherini, Cesena-Napoli. "La speranza è che ieri l'osservatore di Prandelli abbia trovato traffico e si sia fermato a farsi una piadina allo stand della Woodstock di Beppe Grillo. Voto: 5" (Fabio Benaglia, Corriere Romagna 27 settembre 2010).

Quattro amici al bar

Igor Campedelli alla Domenica sportiva replica a zazzera-Zazzaroni. Così oggi sulla Voce: "Certe frasi vanno supportate dai fatti, altrimenti diventano chiacchiere da bere". E se fosse stato il bar...

Le previsioni di Appiah

Vigilia di Cesena - Napoli. Titolo della Voce: "E ora vedrete il vero Appiah"; il giocatore preannuncia: "Il Cesena non ha paura del Napoli". Risultato finale Cesena - Napoli 1-4. Pagella del Carlino su Appiah: "Viaggia a due cilindri, il motore gli batte in testa ed è un peccato... al momento è ancora poco per quello che può e deve offrire. Voto 5.

Non ci resta che il calcio

"Il tifo riflette una domanda di identità, che altri riferimenti - la politica, il sindacato, la stessa religione - non sempre soddisfano. E, semmai, frustrano. Così ci si attacca alla bandiera della squadra di calcio". (Ilvo Diamanti, La Repubblica 24 settembre 2010)

Gerontocrazia calcistica riminese

"Il grande problema che ho avuto a Rimini era che facevo giocare cinque giovani della Primavera e mandavo in tribuna che guadagnava 40-50 milioni di mese" (Franco Bonavita, Tele San Marino, 20 settembre 2010)

Mister, e l'italiano?

Michele Andruccioli, allenatore Verucchio, dopo il match Riccione-Verucchio 2-1: “Ritengo che la partita sia stata mal diretta e condizionata abbastanza dall’espulsione di Duranti (giocatore del Riccione, ndr), che a mio modo di vedere è stata ingiusta ma che non ha impedito ai nostri avversari di portare a casa i tre punti”. (La Voce 20 settembre)

Meglio lo stadio vuoto ma il portafoglio gonfio

Dopo Forlì-Cesenatico 1-4 gli urlano "tira fuori i soldi". Romano Conficconi, Presidente del Forlì, risponde: "Certa gente se non viene allo stadio è quasi meglio" (Corriere Romagna, 30 settembre 2010).

Il realismo di Franco

Domanda: "Giaccherini è da nazionale?". Risposta di Franco Bonavita: "Se oggi in nazionale gioca Pepe...". (Tele San Marino, 20 settembre 2010)

Dilemmi geometrici

"Oggi ho imparato che il rombo è un pesce... Magari a questo punto posso diventare un bravo chef" (Rafa Benitez, Repubblica 19 settembre 2010)

E il Brescia?

Post partita Bayern-Roma. Francesca Sanipoli (Rai) chiede a Daniele De Rossi: "Con quale atteggiamento affronterete le prossime gare di Bologna e Inter?". Risposta di De Rossi: "Bologna, Brescia e Inter".

Buon compleanno Francesco

"Francesco Antonioli è un calciatore professionista da 24 anni, un lasso di tempo surreale. In quali sport si resiste così a lungo? Maraffone a parte, pochissimi" (Fabio Benaglia, Corriere Romagna 14 settembre 2010, sui 41 anni di Antonioli)

Siamo noi senza parole

"Senza ulteriori commenti", scrive il sito del Milan: "Sul Sito ufficiale della Fifa, fifa.com, è pubblicato il documento Refereeing Teaching Material (Materiale didattico per l'arbitraggio). Alla Law 6 (Regola 6), capitolo The Assistant Referee (l'Assistente Arbitrale), è scritta con chiarezza la seguente frase: If an assistant referee is not totally sure about an offside offence, the flag should not be raised. Ovvero: se un assistente arbitrale non è totalmente sicuro circa una situazione offensiva di fuorigioco, la bandierina non dovrebbe essere alzata". (poveretti: siamo noi senza parole)

Delirio di onnipotenza

“Ci sono stati negati tre gol validi. Nel calcio succede, il Milan è stato sfortunato. Evidentemente abbiamo incontrato arbitri di sinistra..." (Silvio Berlusconi, dopo Cesena-Milan 2-0)

Povero Beppe

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Sul gol perso per strada durante la partita Estonia - Italia. "Ma com'è possibile lanciare la pubblicità quando l'Italia sta per battere un calcio d'angolo ed è sotto di un gol?”. E su Beppe Dossena, l’esperto della cronaca: “Beppe Dossena, ha appena firmato per la panchina del Saint George, club campione di Etiopia. E forse non avrebbe dovuto esserci. Via lui però c'è Fulvio Collovati. E si capisce perché poi si chiamino con tanta intempestività le interruzioni pubblicitarie”. (Aldo Grasso, Corriere.it, 4 settembre)

Convergenze parallele

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Tutto a pagina 54 di oggi di Repubblica a commento di Estonia – Italia. Gianni Mura: “Nel mezzo disastro, anche se non del tutto esente da incertezze, se l’è cavata Cassani. Molinaro a sinistra ha spinto poco e male”. Voti di Emanuele Gamba: Cassani: 5,5; Molinaro: 6. Chicca finale, la Rai che manda la pubblicità quando l’Italia pareggia!

Spezzatino ben digerito

“Sabato, con la formula dell'offerta spezzatino, è iniziato il campionato di serie A, spalmato su tre giornate e su orari differenti. La qual cosa scandalizza i puristi e i nostalgici (la cui sede principale si trova nella redazione radiofonica di «Tutto il calcio minuto per minuto»), ma sancisce in maniera definitiva il trionfo dello studio sullo stadio, ovvero della partita vista in tv su quella vista con i propri occhi allo stadio. Scrivo queste note con un certo rammarico: sentimentalmente sono fermo al Filadelfia (ormai un cumulo di macerie), sono cresciuto con i giocatori che indossavano maglie senza sponsor (l'anno in cui il Toro ha sfregiato il granata con la scritta «Talmone» è finito per la prima volta in B) e con la numerazione che andava dall'1 all'11; ho persino nostalgia del libero, del mediano di spinta e del tornante. Ma i tempi cambiano e ora bisogna prendere atto che lo stadio non è più un luogo d'elezione, non rappresenta più una festa”. (Aldo Gra

Povera Martina

“Ibra è del Milan perchè voleva cambiare, lo facciamo tutti, con mogli e mariti, ogni tanto servono nuove sensazioni” (Alessandro Costacurta, La Stampa 30 agosto 2010)

Quattro gatti allo stadio

“Da almeno 25 anni sento ripetere la solita frase: «I facinorosi sono quattro gatti, li conosciamo tutti». Se è così, perché non li avete presi? Se non è così, come mai con gli infiltrati e un buon lavoro di intelligence sono state sconfitte le Brigate rosse e invece non si pianta un chiodo con le brigate da stadio? E come mai negli stadi continua a entrare di tutto, se c’è un doppio filtraggio di polizia e steward? Fossi un ultrà responsabile e riflessivo, anziché tirare molotov od organizzare casini fuori dallo stadio, ci farei una croce sopra. Basta con le partite”. (Gianni Mura, Repubblica 29 agosto 2010)

IL NO DI TOTO'

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“«Preferisco essere il primo qui, che il secondo a Roma»: non lo disse Burdisso ma Giulio Cesare, e c’era da capirlo (tutta tattica, comunque). Ma se Antonio Di Natale detto Totò, bravo diavolo di centravanti di anni trentatré, già orgoglioso di indossare delle maglie di Empoli, Iperzola, Varese, Viareggio, ancora Empoli e Udinese – senza offesa, non proprio il Real Madrid e il Manchester – un bel giorno (ieri) annuncia «preferisco essere il primo a Udine, e non andare per niente alla Juve», allora viene da pensare che il mondo sta camminando sulle orecchie. Forse”. (Maurizio Crosetti, Repubblica 27 agosto 2010)

Reality? No è tutto vero

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Il mondo del calcio è in subbuglio. Una nuova stella sta per rientrare nel giro che conta. Dopo aver vestito le prestigiose maglie della Talpa e di Verissimo , di Buona domenica e Ballando con le stelle , fino alla recente apparizione a Quelli che il calcio , Stefano Bettarini sta pensando di tornare a giocare. Baciati dalla fortuna sono i giocatori del Gallipoli che potranno fregiarsi dell’esperienza di sopravvivenza nei reality e delle movenze danzanti del 38enne. È una fortuna per tutti noi, ne sentivamo la mancanza. E soprattutto per il calcio che ha bisogno di figure così rappresentative, da esempio per tutti. Lui, senza tanti fronzoli, si è già ritagliato il ruolo: non più sulla fascia ma centrale. Beato Bettarini, il ruolo te lo scegli da solo, mica è il mister che decide. Anzi no, il mister Giannini ha già deciso. “Se al presidente è venuta l’idea di Bettarini sappia che ci sarebbero liberi anche Vialli e Altobelli…” (Gazzetta 30.01.2012). Principe sei grande!

Calcio mascherato

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Sempre più aggrovigliato il gomitolo pallonaro. Aggrovigliato e isterico. L’Inter vince e domina il Milan, ma più che sorridere se la prende con gli arbitri (da che pulpito!). Nell’aria poi c’è un gran parlare di dimissioni. C’è chi dovrebbe darle da tempo ma l’idea non lo sfiora neppure (Ferrara come Berlusconi). Altri lavorano bene ma anziché essere premiati vengono cazziati (Cosmi, anche se tutto è rientrato). Ormai il confine della morale è labile e l’unica differenza tra destra e sinistra sta qui: nei secondi che si dimettono (quasi) sempre, i primi mai. Ora poi fa anche discutere Materazzi versione premier-mascherato. Una burla notata dai giudici sportivi, costata un’ammonizione al giocatore con relativo perdono telefonico del presidente del consiglio. I giudici sportivi sono gli stessi che non hanno visto i calciatori che camminavano sulla testa degli avversari. Cos’è un tacchetto sul collo, rispetto a una maschera carnevalesca purtroppo reale?

Memoria corta

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Complicato maneggiare il passato. Soprattutto in epoca di revisionismo strisciante e uso politico della storia. Passi (fino a un certo punto) ridiscutere dal punto di vista storiografico alcuni momenti, passi meno riabilitare il nome del latitante Craxi. I socialisti di Savignano, ebbri dal primo posto sulla Voce, hanno proposto di intitolagli una via. Quando si dice della memoria corta… Meno corta l’ha avuta Italo Cucci sull’Avvenire di oggi, che ha ripreso le parole di Giulio Onesti dette nel 1958: “In questo Paese economicamente disastrato, il calcio si dissangua per acquistare giocatori stranieri. I dirigenti si fanno spesso guidare dal tifo e stupisce che fra costoro vi siano grandi imprenditori che reggono con oculatezza grandi aziende. Come si conciliano le spese da nababbi con i disastrosi bilanci delle società? Ci facciamo rider dietro da mezzo mondo come i ricchi scemi del calcio”. Sono ancora d’attualità, ma chissà perché nel calcio pochi se le ricordino!

Ingiustizia zero

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Tolleranza zero reclamano i padroni del vapore calcistico. Riforma della giustizia profetizzano i politici perché la legge deve ritornare ad essere uguale per tutti. Peccato che ogni qualvolta nel calcio si parli di regole il sistema vada in tilt, e compaia la scritta “game over”. Le ultime dal palazzo sono inquietanti: un giocatore del Napoli cammina sulla testa di Del Piero, uno della Lazio fa altrettanto, a entrambi nessuna squalifica. Le tv mostrano i fatti, ormai si moviolizza anche l’erba, risultato: Contini e Lichtsteiner la passano liscia. E se qualcuno pensava a un’amnesia solo italiana si deve ricredere: la mano di Henry che ha buttato fuori l’Irlanda sarà impunita. Neanche una giornata di squalifica. La dignità del calcio la reclamava, non Blatter. Duro con le testate (subite) dei nemici italiani (perché squalificare Materazzi che l’ha ricevuta?), molle con gli amici transalpini. Ma questa non si chiama schizofrenia?

Facciamo gli inglesi

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In Italia sul razzismo ci si bagna la bocca di tanti buoni annunci e irrisorie ammende. In Inghilterra no: i proclami sono pochi, i fatti tanti. Un tifoso del Sunderland apostrofa con insulti razzisti la madre di un giocatore della sua squadra, la polizia lo prende e lo arresta. Non basta: libertà su cauzione, in attesa del processo, ed espulsione dallo stadio sine die. In Italia si gioca Como – Monza, serie C1. Un giocatore di colore del Monza, Dimas Goncalves, sta per battere un calcio d’angolo, gli arrivano sputi, monetine, e frasi eleganti del tipo “negro di m…” e “scimmione”. L’arbitro sospende addirittura la partita per due minuti. Poi si riprende a giocare, la musica dagli spalti non cambia. Risultato finale: 1 a 1. Risultato morale: 12mila euro di multa ai lariani. In galera non ci è finito nessuno, nessuno andrà a processo, il campo non è stato squalificato, pagherà solo la società. Quando si dice “fare come gli inglesi…”.

Tra intolleranza e ignoranza

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Non finisce di stupire (in negativo) il ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni. Ogni qualvolta apre bocca non ne prende mezza. Se è lui il dopo Bossi, come si vocifera, siam messi bene. Dopo la sparata sui “troppi clandestini” a Rosarno in Calabria (e tutti quelli che vivono sulle spalle di quella povera gente, caro ministro dove li mettiamo?), ha annunciato “tolleranza zero” contro il razzismo negli stadi. Aggiungendo, e qui sta la chicca: “Non dipende dal Ministero dell’Interno intervenire ma è l’arbitro che deve sospendere la partita”. Incredibile: il ministro non conosce il regolamento da lui stesso varato! La normativa dice che “il responsabile dell’ordine pubblico dello stadio, designato dal ministero dell’Interno…ordina all’arbitro di non iniziare o sospendere la partita”. Mi chiedo, ma come può un incompetente di questa levatura guidare un ministero chiave dello Stato italiano? Caro Ministro, lei annuncia “tolleranza zero” negli statdi, ma cosa dobbiamo dire noi ital

Tra ecumenismo e sorelle

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Con le parole o con i piedi non fa differenza: i giudizi non sono mai monchi, lasciati a metà. Marco Materazzi è sempre stato così. Rissaiolo in campo, attaccato alla maglia come pochi, al limite del ridicolo per i segni sulle braccia. Protagonista del mondiale in Germania (suo il gol del pareggio, sua la testata ricevuta), quello in Sudafrica lo snobberà impegnato in un tour in camper negli States. È fatto così, perché stupirsi. Anche se la sua tenerezza sfocia nel goffo, quando esterna la sindrome del “voler bene”: su Mourinho ha detto “gli voglio bene, e detto da uno che con lui non gioca mai, vale doppio” (Repubblica 04.01.2010); su Balotelli: “Mario è ancora un bambinone, lo posso capire io che ho dei figli e capisco certi comportamenti a volte un po’ strambi…Gli voglio bene anche per questo” (idem). Ma proprio a tutti non vuole bene visto che a Blatter non darebbe la mano. A chi dobbiamo credere: al Materazzi ecumenico di oggi o a quello impertinente che apostrofa la sorella di Z

Quando si chiama preveggenza

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Le ultime parole famose di Jean Claude Blanc nel Guerrin Sportivo del 31.03.2009. “La Juve è un marchio fortissimo del Made in Italy e molti non sanno quanto questo tiri nel mondo”. Un marchio un po’ offuscato, fuori al primo turno dalla Champions League! “Ranieri non si discute, non si tocca. ha plasmato una squadra equilibrata, dando spazio ai giovani e facendoli crescere. Direi che ha risposto alla grande alle aspettative: un anno fa, al ritorno in Serie A, ha presentato una Juve competitiva”. Ranieri esonerato a due giornate dalla fine del campionato scorso, a riprova che lo stile Juve se n’era andato da un pezzo. “La Juve è la seconda nazionale, nel senso che dopo la maglia azzurra c’è quella bianconera. Vorremmo che attraverso Giovinco, Marchisio, De Ceglie, Ariaudo e tutti gli altri lo diventasse concretamente”. A parte Marchisio e un poco Giovinco, gli altri due giovanotti che fine hanno fatto?