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Il calcio totale di Sacchi

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Romagna Gazzette, luglio 2017 Su Arrigo Sacchi, il più grande rivoluzionario della storia del calcio italiano, si è scritto di tutto di più. Probabilmente poco si è scandagliato sulla sua romagnolità. O meglio, sul nesso tra la sua idea di gioco e la terra dove è nato, cresciuto e tuttora vive. Una mano in questa direzione ce la dà la sua autobiografia raccontata insieme a Guido Conti , “ Calcio totale ”, uscita da Mondadori due anni fa, ripubblicata da poco in versione economica negli Oscar. Sacchi dice di essere “nato con una doppia anima, una lombarda e una romagnola. Quella lombarda mi viene da mio padre, con il senso del lavorare duro, del sacrificio, dell’impegno e della perfezione per ottenere risultati. L’anima romagnola, sognatrice ed energica, viene da mia madre Lucia, e affonda le radici nella terra”. E’ evidente che il calcio del tecnico di Fusignano si è più nutrito di organizzazione e metodo, anziché di sogno, tant’è che in un altro passaggio del libro scrive che