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Con Collotti se ne va un pezzo di storiografia civile

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Chi come il sottoscritto ha frequentato Storia Contemporanea all’Università di Bologna alla fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, ha avuto a che fare con due testi “sacri” ai quali non poteva sfuggire: la voluminosa Storia d’Italia di Giorgio Candeloro (Feltrinelli), la  Storia della Germania nazista (Einaudi) di Enzo Collotti. Una collana e un libro, dunque. Quei due testi hanno formato generazioni di giovani storici che hanno appreso da un’angolazione senza dubbio di sinistra (gramsciana la prima, moderatamente marxista la seconda) l’evolversi di fatti e personaggi che hanno lasciato il segno nel Novecento. Scrivo questo perché sono rimasto colpito dalla scomparsa nei giorni scorsi di Collotti, i cui libri hanno accompagnato il mio percorso universitario. Di lui ricordo la feroce polemica contro Renzo De Felice, praticamente condivisa da tutto il dipartimento bolognese, soprattutto per quanto riguardava la questione del consenso fascista. Secondo De Felice il fascismo aveva avu

Tanti dubbi sul docufilm di Mauro

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Ho visto il docufilm di Ezio Mauro , La dannazione della sinistra-Cronache di una scissione , e devo dire di essere alquanto perplesso. Bene il materiale d’archivio e la narrazione nei luoghi dell’evento. Quello che difetta sono le voci interpellate: i politici. Passi Massimo D’Alema politico di lungo corso del Pci, Luciana Castellina ed Emanuele Macaluso autorevoli comunisti del tempo, e Achille Occhetto ultimo segretario. Ma gli altri cosa centrano? La presenza di Vendola pare quasi fantozziana, quella di Bertinotti fa ancora più sorridere vedendo i danni che ha fatto a sinistra. E ancora Martelli, Intini, Bersani: mi chiedo il senso di tutto questo. Capisco la difficoltà nel raccontare un fatto storico epocale in assenza dei protagonisti viventi, ma l’avere inserito chi la politica l’ha fatta in tempi totalmente diversi è come se la Rivoluzione francese la facessimo commentare a Macron o gli Uffizi a Renzi (ops…). Quello che manca nella narrazione di Mauro sono le voci degli s

Processo ai Vitelloni, secondo me finisce così…

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Sono curioso di vedere come andrà a finire. I processi li ho seguiti tutti, alcuni erano dall’esito prevedibile, altri un po’ meno. Quello di lunedì, parere personale, è tra i più incerti che ci siano. Se in platea ci sarà un parterre femminile, il risultato sarà per la condanna piena. Se fosse maschile la questione si farebbe più incerta. Tenuto conto che i posti sono la metà degli altri anni, determinante sarà chi si siede e avrà la paletta in mano. Solo due mesi fa quando Miro aveva annunciato il tema non avevo dubbi su come sarebbe andata a finire. A farmi cambiare idea sono stati alcuni articoli usciti sulla stampa a difesa dei Vitelloni. Il più clamoroso è quello di Pupi Avati sul Corriere della Sera, con tanto di richiamo in prima. A seguire quello di Steve Della Casa sul Corriere Romagna. Avati l’ha messa sulla giovinezza spensierata, sulla cultura del tempo che ti imponeva di essere maschio con leggerezza. Della Casa ha fatto un’analisi del film di Fellini con quei Vitello