Tanti dubbi sul docufilm di Mauro
Ho visto il docufilm di Ezio Mauro, La dannazione della sinistra-Cronache di una scissione, e devo dire di essere alquanto perplesso. Bene il materiale d’archivio e la narrazione nei luoghi dell’evento. Quello che difetta sono le voci interpellate: i politici. Passi Massimo D’Alema politico di lungo corso del Pci, Luciana Castellina ed Emanuele Macaluso autorevoli comunisti del tempo, e Achille Occhetto ultimo segretario.
Ma gli altri cosa centrano? La presenza di Vendola pare
quasi fantozziana, quella di Bertinotti fa ancora più sorridere vedendo i danni
che ha fatto a sinistra. E ancora Martelli, Intini, Bersani: mi chiedo il senso
di tutto questo.
Capisco la difficoltà nel raccontare un fatto storico
epocale in assenza dei protagonisti viventi, ma l’avere inserito chi la
politica l’ha fatta in tempi totalmente diversi è come se la Rivoluzione
francese la facessimo commentare a Macron o gli Uffizi a Renzi (ops…).
Quello che manca nella narrazione di Mauro sono le voci
degli storici, quelli hanno letto fior di documenti e si sono fatti un’idea di
cosa sia stata la scissione di Livorno. Come mi hanno insegnato all’Università
la storia si fa prima di tutto sulle carte.
Non è facile maneggiare la storia in televisione. Sergio
Zavoli in Nascita di una Dittatura ha avuto la fortuna di interpellare numerosi
protagonisti ancora in vita, personaggi che quei fatti li avevano vissuti sulla
loro pelle. Paolo Mieli in Passato e presente lascia il campo agli storici a
confronto con giovani leve della storiografia. Entrambi, è vero, utilizzano
generi diversi di racconto, più documentaristico e meno cinematografico.
Entrambi però mettono in campo persone autorevoli della materia.
Mauro invece si è affidato a uno schema che oggi non tiene: la centralità del politico. Una scelta che poteva avere un senso fino agli anni '80 quando la politica portava con sè un progetto culturale. Oggi è tutto cambiato, la scissione tra politica-storia-cultura è abissale. Al punto da danneggiare persino un docufilm.
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