UN CALCIO AL DOPING


Il calcio è sempre stato allergico all’antidoping. In realtà tutti gli sport lo sono sempre stati. Il calcio, è innegabile, di più. Forse perché gli zeri degli assegni sono maggiori. Fatto sta che giocatori presi col nandrolone si sono fatti pochi mesi di squalifica. In questi giorni, però, siamo all’assurdo. Due giocatori (Possanzini e Mannini) si presentano in ritardo agli esami, si beccano un anno senza calcio. Il ritardo è dovuto alla sfuriata negli spogliatoi di Cosmi e Corioni per la sconfitta con il Chievo. Ma tutto questo ha una logica? Si va dalla follia di un ciclista belga, Van Linden, che si ritrova a casa un controllo a sorpresa, a poche ore dalla morte del figlio di pochi mesi; a due giocatori in ritardo di una ventina di minuti squalificati d’un anno. Mi chiedo: ma se in ritardo ci fossero finiti un Totti, un Cristiano Ronaldo o un Ibrahimovic, le cose sarebbero andate così? Non penso, quelli oltre che calciatori sono aziende.

Commenti

Anonimo ha detto…
''Ci torniamo per sottolineare una falsità che i giornali scrivono e cioè che i due giocatori sono stati sospesi per il ritardo all'antidoping. Non è così, questa è una verità drogata che la stampa sta cercando di far passare per vera, la sospensione è stata inflitta perché i due giocatori dovevano essere controllati dall'ispettore Figc dall'uscita dal campo fino al riempimento della provetta, e invece per circa mezz'ora l'ispettore è stato mandato a spigolare e non ha potuto controllare cosa facevano (così ha scritto nel referto).''

Questo vale per tutti gli sport del mondo. con questo non voglio dire che i due calciatori si siano dopati, però negli altri sport funziona così. Giusto o sbagliato che sia, sono le attuali regole.

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