Facciamo gli inglesi


In Italia sul razzismo ci si bagna la bocca di tanti buoni annunci e irrisorie ammende. In Inghilterra no: i proclami sono pochi, i fatti tanti. Un tifoso del Sunderland apostrofa con insulti razzisti la madre di un giocatore della sua squadra, la polizia lo prende e lo arresta. Non basta: libertà su cauzione, in attesa del processo, ed espulsione dallo stadio sine die. In Italia si gioca Como – Monza, serie C1. Un giocatore di colore del Monza, Dimas Goncalves, sta per battere un calcio d’angolo, gli arrivano sputi, monetine, e frasi eleganti del tipo “negro di m…” e “scimmione”. L’arbitro sospende addirittura la partita per due minuti. Poi si riprende a giocare, la musica dagli spalti non cambia. Risultato finale: 1 a 1. Risultato morale: 12mila euro di multa ai lariani. In galera non ci è finito nessuno, nessuno andrà a processo, il campo non è stato squalificato, pagherà solo la società. Quando si dice “fare come gli inglesi…”.

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