Il minuto di silenzio, Garanzini
"Il minuto di silenzio", Romagna Gazzette Giugno 2020 Non so in quanti ci hanno fatto caso ma negli stadi così come nei palazzetti il silenzio è sempre più merce rara. Un po’ come nelle spiagge dove se non c’è qualcuno che ti popone un po’ di animazione, il luogo viene bollato come “cadaverico”. D’accordo, i luoghi dello sport sono posti affollati, il rumore quindi c’è sempre stato. Magari un tempo c’era lo speaker che leggeva gli sponsor (al Manuzzi di Cesena gli occhiali di Visani sono passati alla storia), prima della gara e nell’intervallo. Negli ultimi anni però l’effetto discoteca prevale un po’ su tutto, dall’annuncio del marcatore alla musica a volume altissimo che mi chiedo spesso come facciano i coach a parlare con i loro giocatori nelle palestre. Vabbè, tutto sto pippone moralistico d’un cinquantenne d’antan per dire una cosa: non riusciamo a rimanere in pace neppure nel minuto di silenzio, quello che un tempo serviva per pregare o riflettere sul personaggio scomp