Wasp Network

Merita di essere visto Wasp Network il film di Oliver Assayas uscito in questi giorni su Netflix. Presentato lo scorso anno al Festival del Cinema di Venezia, la storia si basa sulla mitizzata vicenda dei “cuban five”, cinque personaggi infiltrati dai castristi nelle organizzazioni eversive di esuli a Miami. 

L’impero sovietico è crollato, la forte lobby con base nella città della Florida pensa sia giunto il momento di una spallata al regime comunista. Dà così inizio a una serie di azioni terroristiche per mettere in ginocchio il turismo, tra le principali voci della bilancia commerciale cubana, senza farsi scrupolo di trafficare con droga e arruolare mercenari per arrivare allo scopo.

Non conoscevo la storia e neppure il film di cui devo ringraziare Il Venerdì di Repubblica che ha dedicato una intervista al regista (“Le spie che vennero dal caldo”). Evidenti le complicità del governo americano, molto sensibile al peso elettorale della lobby cubana negli States.

Ma al di là della vicenda storica, è interessante la narrazione di Assayas, che unisce cinema e accenni di documentario. La somma non dà l’abusato docu-film tanto in voga (troppo) in Italia, bensì mette insieme i due generi in momenti diversi: la prima parte è un film a tutti gli effetti, nella seconda emerge l’aspetto documentaristico evidenziato dall’intervista a Fidel Castro. È una sintesi ben riuscita, e potrebbe essere presa da esempio per tanti registi di casa nostra. 

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