Rolling Stone, su Summertime sbagli
Senza farla troppo filosofica, la serie non è altro che
una storia di adolescenti per adolescenti, niente di più. È vero, la trama non
eccelle per originalità ma il racconto dei giovincelli in una località
turistica come Cesenatico nel pieno dell’estate è poi così diverso dalla
realtà? Secondo me no, anzi è più realistico di tante inutili indagini
sociologiche che ci invadono e nessuno legge. Le amicizie, gli
amori, la musica, il mare… nelle località della Riviera le cose vanno così. Dove
emerga poi nella serie “una città di sfigati, che tutta l’estate attrae maree
di sfigati da tutti i posti più sfigati del mondo”, l’ha visto solo lei. E
quindi è inutile fare gli intellettualoidi e stroncare un filmetto solo perché
si allontana dai propri desiderata generazionali.
Poi è vero, alcuni personaggi hanno una recita
imbarazzante, un tema come il lavoro stagionale rifugge dalla realtà (magari
lavorare al mare e avere tutto quel tempo libero), la “essce” degli attori non
c’è, tuttavia l’impianto regge. Eccome se regge. E beato Cesenatico che si è
ritrovato una vetrina così.
La stroncatura mi ricorda un film anni ’80 “Il ragazzo di Campagna” con Renato Pozzetto. Pellicola leggera e comica. Ma siamo sicuri che fosse solo quello? Gli anni ’80 con la sbornia della società dei servizi, della Milano da bere e dei contadini visti in tono dispregiativo sono stati raccontati meglio da un filmetto come quello anziché da altri. Solo che queste cose nessuno le può dire.
Perché in Italia se fai ridere sei leggero. Pensa un po’, a me invece fanno più ridere certe recensioni…
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