Miss Marx
Merita di essere visto Miss Marx per la regia di Susanna Nicchiarelli, presentato all’ultimo Festival del cinema di Venezia. In sala all’Uci eravamo solo in 7, ma questo conta poco ai fini della qualità della pellicola. Conta più constatare come Karl Marx finito nel dimenticatoio, travolto nel fallimento dei regimi comunisti, stia riscuotendo un certo interesse nel cinema, come nel caso de “Il giovane Marx” uscito nel 2017. A cui si aggiunge il capitolo dedicato alla figlia Eleanor.
La bellezza della pellicola sta nel miscelare sapientemente l’aspetto pubblico di Tussy (il suo appellativo) insieme a quello
privato. Terza figlia dell’economista, a dispetto delle altre sorelle, porta
avanti le battaglie socialiste del padre in una Inghilterra nel pieno della
crescita industriale con relative ingiustizie sociali. Curiosa e appassionata,
fece parlare un suo viaggio negli Stati Uniti a cui seguì un pamphlet sulla
condizione degli operai. Di Eleanor si ricordano in particolare le campagne per
i diritti delle donne, da quello di voto all’uguaglianza di trattamento, temi
poco solcati dall’universo della sinistra di fine Ottocento.
Malgrado pubblicamente fosse così determinata negli
ideali, il suo privato si rivelerà all’opposto: innamorata e sottomessa a Edward
Aveling, compagno egoista, privo di valori e di senso morale (sposa una donna
che poi lascia subito), bugiardo nel midollo, incapace di un minimo di senso di
gestione domestica ed economica. Le amiche strette di Tussy la mettono in
guardia dal personaggio, lei difende a spada tratta la sua scelta, sino ad
arrivare al sacrificio della vita. Che di fatto segna il tramonto
dell’illusione e probabilmente delle sue battaglie.
È questo conflitto tra pubblico e privato che viene messo
in evidenza dalla regista, il vero valore aggiunto del film. In genere quando
si raccontano celebri personaggi pubblici l’attenzione va agli aspetti conosciuti
e popolari, l’intimità viene messa al servizio della celebrità. La regista fa
una scelta diversa: mette sullo stesso piano le due parti. Il finale ci dice
chiaramente quale delle due finisca per prevalere.
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