Gioco pericoloso, Genisi

“Gioco pericoloso”, Romagna Gazzette ottobre 2020 


Città che vai, miti che trovi. A Napoli guai a toccare la triade Maradona-San Gennaro-squadra di calcio. A Bari due totem su tre hanno il comune denominatore (calcio e santo), l’unica variabile è la terza di carattere gastronomico: San Nicola-cozze crude-squadra di calcio. Il mondo in cui viviamo sarà pur sempre più tecnologico e virtuale, eppure tradizioni e storia non si cancellano con un click e per fortuna rimangono punti fermi per le generazioni che si succedono. Sono i “punti cardinali” che racconta Gabriella Genisi nel romanzo “Gioco Pericoloso” edito da Feltrinelli. Protagonista è il commissario Lolita Lobosco, una donna che piace per le forme generose (viene paragonata alla Ferilli) insieme a tanto sale in zucca, tanto da doversi districare su un terreno a lei poco congeniale: il calcio.

Tutto nasce dalla morte a bordo campo di Domenico Scatucci, capitano del Bari, apparentemente dovuta a cause naturali. Il successivo decesso di un altro personaggio dai giri limpidi quanto l’acqua del mare dopo una mareggiata, porta Lolita ad approfondire la questione e trovare strani intrecci tra le due vicende. Trait d’union è il pallone, una religione a Bari che vive del mito di Cassano, il ragazzo cresciuto negli ambienti malfamati capace di conquistare la scena internazionale per le sue qualità (alla storia purtroppo lascerà solo le “cassanate”, ma questo è un altro discorso).

È un calcio torbido quello che racconta Genisi, vissuto in una Bari natalizia spenta e incupita, senza i bagliori di luci, decori e presepi. Facile immaginare come siano le scommesse a far rotolare pallone e banconote, e tradire la passione di migliaia di persone, per una vicenda fatale quanto il nome della città: “Bari. Il destino lo porti scritto nel tuo nome, perché quando pure i tifosi si vendono le partite, che altro puoi fare. Non ti resta più manco la speranza”. Lo pensa il commissario, donna energica e risoluta la cui regola numero uno è: “Un uomo prima di portartelo a letto deve cucinare per te”. Perché anche cibo e sesso hanno la loro parte in questa storia piacevole da leggere nei momenti di spensieratezza ed evasione.

Tra le diverse curiosità del testo ce n’è una che merita di essere citata: il riferimento ad altri commissari come il Montalbano di Camilleri e Pepe Carvalho di Vazquez Montalban. Che sia l’inizio di una Internazionale investigativa dedita a calcio, cibo e indagini?


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