L’ANZIANO E IL SUO CANE


La “Valigia dei sogni” su La 7 sabato scorso ha tirato fuori un’altra bella sorpresa cinematografica: Umberto D. (1952) per la regia di Vittorio De Sica. “Capolavoro del cinema neorealista” per Morandini, è un film sulla solitudine dell’anziano, che non arriva alla fine del mese, e che ha quale unico amico il proprio cane. Si chiama Flaik, Umberto D. fa di tutto per abbandonarlo, ma non ci riesce: è parte di lui. Il film quando uscì fu osteggiato dall’allora sottosegretario al cinema Giulio Andreotti con una celebre stroncatura: “i panni sporchi si lavano in casa”. Vietato raccontare la storia di un vecchio, tra l’altro ex funzionario di ministero, economicamente indigente. Un po’ come fa oggi il premier: a tutti raccomanda di sorridere, anche se la crisi impera. De Sica invece andò oltre (quanti registi oggi lo farebbero?), e prese quale protagonista un anziano borghese (Carlo Battisti) che attore non era. Memorabile la scena dell’elemosina davanti al Pantheon.

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