Spezzatino ben digerito

“Sabato, con la formula dell'offerta spezzatino, è iniziato il campionato di serie A, spalmato su tre giornate e su orari differenti. La qual cosa scandalizza i puristi e i nostalgici (la cui sede principale si trova nella redazione radiofonica di «Tutto il calcio minuto per minuto»), ma sancisce in maniera definitiva il trionfo dello studio sullo stadio, ovvero della partita vista in tv su quella vista con i propri occhi allo stadio. Scrivo queste note con un certo rammarico: sentimentalmente sono fermo al Filadelfia (ormai un cumulo di macerie), sono cresciuto con i giocatori che indossavano maglie senza sponsor (l'anno in cui il Toro ha sfregiato il granata con la scritta «Talmone» è finito per la prima volta in B) e con la numerazione che andava dall'1 all'11; ho persino nostalgia del libero, del mediano di spinta e del tornante. Ma i tempi cambiano e ora bisogna prendere atto che lo stadio non è più un luogo d'elezione, non rappresenta più una festa”. (Aldo Grasso, Corriere della Sera 30 agosto 2010)

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