Il delitto etico di Harvey Garrard


Guardando all’attuale situazione e alla caduta dell’etica pubblica e privata, può far riflettere anche un piccolo libro come “Il delitto di Harvey Garrard”, scritto dal giallista inglese Oppenheim negli anni ’30. Un giovane aristocratico avvezzo alla bella vita, Garrard, si trova sulle spalle l’azienda di famiglia, che lascia in altre mani sino al giorno nel quale se la ritrova sul lastrico. Come fare per risollevarne le sorti? Prendere illegalmente dei soldi, sottratti a una persona morta, quale prestito d’onore, e fare della speculazione finanziaria. In gioco c’è un’azienda da salvare, posti di lavoro da difendere, una tradizione aziendale di decenni da onorare. Oppenheim ci dà prova di un personaggio che pur utilizzando mezzi poco leciti, nell’insieme appare come un eroe positivo. In fondo Garrard quando fa qualcosa d’illecito ne sente il peso della coscienza, sia individuale (la sua etica) sia sociale (lo scandalo del contesto). Proprio il contrario di oggi, dove etica pubblica e privata paiono ai minimi storici.

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