Bidone



C’è spazzatura e spazzatura. Quella da raccolta differenziata e quella che pareva valere oro e invece nemmeno la peggiore discarica è disposta ad accogliere. I bidoni calcistici fanno parte di quest’ultima categoria. I tratti comuni di questa monnezza stanno nel parlare straniero, in stipendi da favola, e in un comune percorso comunicativo. L’iter di solito funziona così: la società annuncia l’acquisto di un calciatore di cui si dice un gran bene (da chi? Boh). La tifoseria va in visibilio, arriva la prima presentazione pubblica, cori e sciarpe non mancano. Poi la conferenza stampa, dove il giocatore dice di avere scelto la squadra perché crede in questo progetto importante (“importante” è la parola più gettonata). A parole tutti bravi. Solo che al calcio ci giochi coi piedi, e qui iniziano i guai: il fuoriclasse si rivela una sòla e la differenza in campo sì che la fa, ma per gli avversari. Il bidone più celebre è stato Luis Silvio Danuello, quello di ultima generazione lo si può addirittura votare: www.calciobidoni.it (La Voce di Romagna 7 dicembre 2011)

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