Che bello Cesenatico Noir


Per chi è avvezzo al genere, in Romagna il giallo l’ha sempre associato a due località. La prima è Cattolica per un evento, il celebre Mystfest. La seconda è Rimini e qui la questione è diversa. La città dei “gelati e delle bandiere” non ha mai avuto una scuola, né tanto meno una rassegna di livello (almeno a mia memoria). Tuttavia è stata epicentro di numerose narrazioni fatte di delitti e intrighi, come se la nebbia e gli opachi sfondi de “La prima notte di quiete” di Vencini anni 70 avessero tracciato una linea di ispirazione. Giusto per fare alcuni nomi, i primi che mi vengono in mente: Tondelli, Lucarelli, De Cataldo, Russomanno, Vignali, Angelini…

In mezzo a questo dualismo, da quattro anni si è fatto avanti una nuova realtà. È Cesenatico, con il suo Festival del noir. Notare prima di tutto che sempre di luogo di mare si tratta, quale omaggio inconscio ad altri due padri del genere, Fruttero e Lucentini con il loro “Enigma in luogo di mare”.

L’idea è venuta al giornalista Stefano Tura, direttore artistico della kermesse, persona che di nero, e per di più dal vivo, ne ha visto sul campo, negli anni ’90 con i delitti della Uno Bianca. Appassionato del genere e scrittore, ha messo in piedi questo festival insieme agli amici Carlo Lucarelli e Raffaele Crovi.

La bellezza dell’evento, che finalmente sono riuscito seguire tutte le sere (tranne la prima), sta nell’unire personaggi conosciuti (De Cataldo, Genisi, Franceschini, Ghinelli) con altri meno celebri, almeno per me, con autentiche scoperte come nel caso di Alessandro Carlini di cui non vedo l’ora di leggere qualcosa.

La forza della rassegna sta nell’incontro dei generi, in quella mixology che non si premura di dosare in percentuali diverse letteratura, cinema, attualità, musica e reading. Gli incontri con gli autori a gruppi di tre sono un momento piacevole per discettare di un genere tra i più in forma in un panorama editoriale italiano che non eccelle in lettura. Se poi a moderare ti trovi un fuoriclasse come Crovi, la serata si fa sublime. Il finale con Pupi Avati è stata la chicca che ci voleva per dare ancora più lustro alla kermesse.

Mi auguro che la rassegna abbia un prosieguo e nel caso di Cesenatico sarebbe la quinta edizione. Come tutte le date “rotonde” l’occasione sarebbe giusta per allargare lo sguardo a qualcosa di nuovo. Ad esempio, perché non lanciare un concorso per racconti brevi su ambientazione del mare? Oppure una serata a tema come il delitto nel mondo dello sport (già la storia di Pantani basterebbe), oppure la grande simbiosi tra cucina e noir in tanti autori?

Sono semplici spunti di un appassionato al genere rimasto alquanto stupito nel vedere l’assenza di qualsiasi logo degli albergatori tra i promotori e sostenitori di Cesenatico noir. Ma questa è un’altra storia.

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