Biscardismo


“Per favore, parlate solo due o tre alla volta”. E più alzate la voce, meglio è. Biscardi è l’inventore della chiacchiera da Bar Sport portata nelle case di milioni di persone: l’importante è la partigianeria, il chiasso, il parlarsi addosso. È stato definito, “Genio del mediocre” (Beccantini), “Specchio più sincero del calcio italiano (Aldo Grasso), “Brera dei nostri tempi di analfabetismo televisivo” (Curzio Maltese). L’inventore dello sgub un suo pregio ce l’ha: l’autoironia, il non prendersi troppo sul serio. Un po’ come questa storiella che circola su di lui. Un giornalista incontra un amico e gli annuncia che dirigerà un nuovo giornale, L’Eco di Roccacannuccia. “Come scrittore di costume avrò Biagi”. “Enzo?” “No Matteo, il figlio della mia portinaia. Invece per gli editoriali politici mi sono assicurato Montanelli”. “Indro?” “No, Giacomo, fa il barbiere ma ha l’hobby della scrittura e parla sempre di politica. Penso anche a una terza pagina con Fallaci”. “Oriana?” “No, Concettina, una che ha letto molti libri. Poi per lo sport ho già il sì di Biscardi”. “Aldo?”. “Sì, proprio lui”. (La Voce di Romagna 16 novembre 2011)

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