I DOPATI DELLA DOMENICA
Il Tour de France è stato archiviato. E anche questa volta passerà alla storia più per le fiale proibite che per le imprese sudate. Riccò, Piepoli gli italiani, in compagnia di altri. Ma questa è solo la punta dell'iceberg. Quello che preoccupa è la cultura sportiva della vittoria a tutti i costi, salute compresa. Sono quelli che il giornalista di Repubblica, Maurizio Crosetti, chiama i “dopati della domenica”. “In Italia almeno mezzo milione di sportivi truccati e senza controllo, vittime del mito della vittoria anche quando la vittoria non vale niente, solo l' orgoglio di arrivare davanti, o di specchiarsi e vedere muscoli lucidi e turgidi da culturista. Sono i «dopati fai da te», cioè il vero motore di un'industria parallela a quella della droga, nelle mani della criminalità organizzata, che fattura due miliardi di euro all'anno e che nel 2007 ha visto commerciare Epo per oltre 200 milioni”. Una volta la domenica si andava a passeggio, oggi ci si dopa.
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