LA DACIA ELEGANTE


Ieri sera nel parco Panzini di Bellaria Dacia Maraini ha presentato il suo ultimo libro, “Il treno dell’ultima notte” (Rizzoli, 2008). Già il posto meritava di suo: una piana a luci soffuse, un piccolo palco non invadente, anzi invitante, e sullo sfondo a sfoggiare la storica Casa rossa di Alfredo Panzini. Poi l’autrice, davvero brava: colloquiale, mai una parola fuori posto, sempre a chiudere con un “grazie della sua domanda” nel dialogo col pubblico. Sarà per la saggezza maturata nel corso degli anni, sarà per uno stile che le è connaturato. Quello che però mi ha colpito di più è stata una certa eleganza della ragione. Trasferita nel suo racconto del libro, che narra la storia di una ragazza (Amara) sulle tracce di un vecchio amico d’infanzia internato in un campo di concentramento. Si ritrova così alle prese con un passato scomodo, il totalitarismo nazista, e un presente altrettanto da incubo, l’altro totalitarismo, quello comunista, con i tank sovietici che invadono Budapest nel ‘56. Due pagine nere della storia dell’umanità.

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