DA ZIGONI A ZIGONI


Genio e sregolatezza. Nome cognome: Gianfranco Zigoni. A Verona campeggiava uno striscione “DioZigo, pensaci tu”. Lui aveva risposto: “Io non credo in Dio è lui che deve credere in me”. Alcuni giorni fa Avvenire gli ha dedicato una bella intervista. Motivo: ancora oggi nel calcio c’è uno Zigoni che fa parlar di sé: suo figlio. Nel Milan più sparagnino della storia berlusconiana, Gianmarco (18 anni) è una delle speranze del calcio italiano. Il paradosso sta nella squadra dove giocherà, quei colori rossoneri a cui suo padre nel 1973 fece svanire il sogno scudetto. Era il 20 maggio il Milan di Rocco gioca a Verona: perde per 5-3, il titolo va alla Juve per un punto. “Alla fine, quel giorno ho pianto con tutti i ragazzi del Milan, perché non mi è mai piaciuto sparare sul cadavere…”, ha confessato Zigo. Una ferita ancora aperta che chiede al figlio di chiudere: “Gianmarco vinci lo scudetto, così estingui per sempre quel debito di tuo padre con il Milan”.

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