Storie maledette, Romagna Gazzette luglio 2021 I calciatori sono come i protagonisti di un film. Sino a quando la pellicola è in cartellone e viene proiettata gli occhi di tutti sono puntati su di loro, si danno voti a destra e manca e si discute sull’interpretazione e sulla trama. Poi succede, come tutte le cose, che le luci in sala si accendono, il sipario si apre, e il film è già un lontano ricordo rimasto nella mente di alcuni per le emozioni suscitate. Da qui il passaggio al dimenticatoio è breve, tanto da divenire insopportabile per alcuni. Remo Galdolfi nel volume “ Storie maledette ” (Urbone publishing, 2020), ha voluto raccontare “l’altra metà del calcio”, come recita il sottotitolo. Quella parte senza più luci, incapace di vivere un ritorno alla normalità del quotidiano, preda di vuoti riempiti da bottiglie, pistole e cappi al collo, come evidenzia l’efficace copertina. È un mondo per certi aspetti sotterraneo che ha il paradosso di coinvolgere personaggi sino a poco tem